Alberi in città: migliore qualità dell’aria, maggiore benessere, migliore salute
Alberi in città: a cosa servono?
L’aumento del numero di alberi in città sicuramente aumenta la bellezza di viali e piazze urbane, migliora la qualità dell’aria riducendo il rischio di malattie, rende i nostri quartieri più vivibili, più piacevoli e più resilienti: questa evidenza empirica è stata supportata nel tempo da numerose prove scientifiche, a cui oggi si aggiunge anche una ricerca internazionale pubblicata su The Lancet Planetary Health.
La ricerca ha visto la partecipazione di ENEA, che ha studiato 744 città europee. I risultati sono netti e offrono una direzione chiara per il futuro delle nostre aree urbane, direzione che è per Rete Clima da sempre parte della propria mission e che persegue grazie alla campagna Foresta Italia.
Lo studio ha infatti dimostrato che gli alberi sono veri e propri alleati per la nostra salute, specialmente nelle città dove l'inquinamento atmosferico rappresenta una minaccia costante.
Benefici degli alberi urbani: qualche dato
Come ricorda ENEA entro il 2050 si stima che l’80% della popolazione europea vivrà in un contesto urbano, dove inquinanti pericolosi per la salute come polveri sottili (PM2.5), biossido di azoto (NO2) e ozono (O3) sono responsabili di migliaia di decessi prematuri ogni anno.
Aumentare il numero di alberi in città può non solo abbatterne le concentrazioni, ma darebbe vita a moltissimi effetti positivi, i cosiddetti servizi ecosistemici come, tra gli altri, mitigare l’effetto isola di calore e le sempre più frequenti ondate di calore, salvaguardare la biodiversità ma anche migliorare il benessere psicofisico delle comunità residenti.
La ricerca ha quantificato numericamente questo impatto positivo del verde urbano: un aumento del 5% della superficie alberata nelle nostre città potrebbe evitare circa 5.000 morti premature all'anno in Europa tramite la significativa riduzione della concentrazione media annua degli inquinanti principali (PM2.5, biossido di azoto e ozono estivo).
Con obiettivi più ambiziosi, quindi con una copertura arborea di almeno il 30%, si potrebbero evitare fino a 12.000 morti premature ogni anno: raggiungere questa soglia ridurrebbe le morti premature legate al PM2.5 del 9,4%, quelle da biossido di azoto del 7,2% e quelle da ozono del 12,1%.
Se invece si verificasse una progressiva eliminazione degli alberi dalle città si otterrebbero conseguenze opposte e drammatiche. Azzerare la superficie alberata comporterebbe infatti un aumento della mortalità di oltre 25.000 decessi aggiuntivi ogni anno: letta da un altro punto di vista, già ora gli alberi presenti stanno evitando circa 25.000 morti premature ogni anno in Europa.
Lo studio ha utilizzato dati sia ambientali che sanitari raccolti negli anni 2000-2019: in questi vent’anni i progressi sono stati lenti, la copertura arborea media europea è cresciuta solo dello 0,76% anche se ben il 73,5% delle città ha visto aumentare il verde urbano.
Nel 2019, solo 130 delle 744 città analizzate (circa il 25% della popolazione considerata) avevano raggiunto l'obiettivo del 30% di copertura.
In Italia, la situazione è molto differente tra città e città: solo Napoli raggiunge un virtuoso 32% di copertura vegetale, Roma è al 24%, mentre Milano è ferma al 9%.
Aumento degli alberi in città: come agire?
Per tradurre questi obiettivi in azioni concrete, lo studio rimanda alle linee guida della Commissione Economica per l’Europa delle Nazioni Unite (UNECE) che ha proposto la strategia “3-30-300”, vale a dire: 3 alberi visibili da ogni casa, scuola o luogo di lavoro; 30% di copertura arborea in ogni quartiere; 300 metri di distanza massima tra la propria abitazione e un parco o uno spazio con verde pubblico.
Infatti, la semplice vista del verde è associata ad un miglior benessere psicologico; vivere in aree con una copertura arborea significativa beneficia di importanti servizi (mitiga le isole di calore, riduce la temperatura, previene malattie cardiovascolari, ecc); l'accesso facile e veloce al verde promuove l'attività fisica e il benessere generale.
Altro elemento di contesto citato è la Strategia dell'UE sulla biodiversità al 2030 che ha fissato l'obiettivo di piantare almeno 3 miliardi di alberientro la fine del decennio. Un obiettivo molto ambizioso che per essere raggiunto ha bisogno che vengano messi a terra piani di azione locali che non si concentrino solo sugli spazi pubblici ma che coinvolgano anche quelli privati, come cortili residenziali e giardini, e le aree periurbane.
La chiave è integrare il verde in tutto il tessuto urbano ed è quindi indispensabile che urbanisti e amministratori locali sviluppino piani mirati, che si integrino con le politiche di riduzione delle emissioni ma anche con soluzioni oggi poco considerate, quali ad esempio i tetti verdi, per massimizzare i benefici.
Infine, è essenziale anche conservare e gestire adeguatamente quelli esistenti, che offrono i maggiori benefici ecologici.
L'azione di Rete Clima per la forestazione urbana e la piantagione di alberi in città
Come sappiamo bene in Rete Clima, gli alberi non servono solo a riempire spazi vuoti nelle nostre città ma sono un’infrastruttura verde essenziale, nostra salvaguardia per il futuro in termini ambientali ma soprattutto di salute.
Per questo crediamo molto nell’utilità dei progetti di forestazione urbana e periurbana, oggi ancora più convintamente grazie ai risultati di queste ricerche.