L’Onu (Unisdr): eventi meteorologici estremi non sono più eccezionali, è necessario prepararsi alle catastrofi

Secondo l'Unisdr (International strategy for disaster reduction dell'Onu) le recenti inondazioni che ancora adesso stanno colpendo l'Australia orientale “dimostrano nuovamente la necessità per tutti i Paesi, sviluppati ed in via di sviluppo, di prepararsi all'aumento delle catastrofi, se vogliono evitare perdite economiche crescenti, mentre le condizioni meteorologiche sono sempre più imprevedibili ed estreme”.

Le violente piogge che si sono abbattute a fine anno sulle alcune province australiane del Queensland dopo il passaggio del ciclone tropicale Tasha hanno costretto alla fuga migliaia di persone: il governo australiano ha decretato lo stato di catastrofe naturale in 38 regioni, spesso aree che hanno già subito in un recente passato prolungate siccità e devastanti incendi boschivi.

Margareta Wahlström (Inviata speciale del segretario generale dell'Onu per la riduzione dei rischi delle catastrofi): “I danni dovuti alle inondazioni potrebbero raggiungere 1 miliardo di dollari”.

E’ logico pensare che con dinamiche meteorologiche sempre più imprevedibili ed estreme, i conseguenti costi dei danni ambientali saranno destinati a crescere in tutte le regioni del mondo.

Risulta quindi urgente cambiare modo di pensare di reagire alle catastrofi: per Margareta Wahlström  è necessario far cambiare l'idea che le catastrofi siano "naturali",  portando invece i cittadini ad accettare che le catastrofi "siano causate dall'uomo".

REUTERS24_17dicembre_997-710(Small)E che quindi è ragionevole  prepararsi con sforzi di pianificazione per ridurre l'impatto dei fenomeni “naturali” estremi in crescita in frequenza e magnitudo. In una parola: promuovere l’adattamento.

Margareta Wahlström: “Se continuiamo a trattare le catastrofi come degli avvenimenti disconnessi dalle nostre azioni, non cambierà nulla. E noi resteremo vulnerabili davanti a dei Danni sempre più costosi”. (…..) 

La chiave per ridurre l'impatto delle catastrofi è prevedere le conseguenze del nostro sviluppo economico e sociale e di assicurarsi che le valutazioni dei rischi diventino una parte routinaria della pianificazione”.

Nel 2010 è stata avviata la campagna "Making cities resilient" dell'Unisdr, che proseguirà anche nel 2011, al fine di incoraggiare i governi locali di tutto il mondo ad effettuare delle valutazioni dei rischi climatici ed a investire ridurre i rischi ambientali soprattutto preservando le infrastrutture essenziali e controllando l'educazione e la formazione dei cittadini.

Alla campagna però fino ad ora hanno aderito 159 città: in Italia solo Venezia ed Ancona.

Come se l'Italia che -come direbbe De Gregori “assassinata dal cemento”- non necessitasse di rapidissimi interventi di messa in sicurezza del proprio territorio dissestato.

 

Lo Staff di Rete Clima®