Superare il sistema cap & trade: tassare i prodotti in base alle emissioni di CO2 che questi generano (carbon tax)

Due estratti da un recente intervento di Alessandro Ortis, Presidente Autorità per l'energia elettrica e il gas (AEEG) nell'ambito della "Relazione annuale sullo stato dei servizi e sull’attività svolta", e che in qualche modo ritorna a introdurre una ipotesi di carbon tax anche nel nostro Paese:

Al contempo, nei mercati del petrolio persiste il rischio che la speculazione rialzi ancora la testa. Infatti, non si vedono ancora all'orizzonte meccanismi capaci di contenere il proliferare non regolato di quei barili di carta che schizzarono improvvisamente verso i 150 dollari”.

(…)

Per l'Europa si pone anche la necessità di superare le logiche, onerose e inefficaci, fino ad ora seguite per far fronte al cambiamento del clima: un problema globale che richiede soluzioni altrettanto globali. A questo proposito rilancio un'ipotesi di innovazione che già proponemmo anche in questa sede, quando ci permettemmo di suggerire un abbandono dello strumento unilaterale cap and trade (basato su emissioni nei territori singoli di Stati o Continenti), per considerare invece un approccio integrato (a livello internazionale) di politiche ambientali e commerciali, che scoraggi forme di dumping ambientale (di Paesi che tendano a sottrarsi a limiti e vincoli); ciò con accordi a livello WTO (piuttosto che con altri protocolli tipo Kyoto), che guardino al contenuto CO2 dei prodotti commercializzati, introducendo (su questa base tecnica e non per protezionismi) meccanismi di border tax adjustment”.

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In linea generale, pur con le dovute cautele, a noi di Rete Clima® questa idea non sembra da scartare in toto.

Condividiamo la posizione del WWF, ma in linea teorica ci piace pensare che qualora ogni prodotto potesse essere "tassato" sulla base della propria "storia (di impatto) ambientale" allora potremmo davvero avere un criterio per capire cosa è più o meno impattante verso l'ambiente (e la salute).

In questa maniera, esprimendo anche la "storia inquinante" di ogni prodotto attraverso delle etichette ambientali (in logica di analisi della carbon footprint del prodotto), anche il consumatore potrebbe scegliere più consapevolemente l'acquisto di un prodotto non solo in base al suo prezzo, ma anche in base all'inquinamento che è stato generato durante l'intera filiera produttiva del bene stesso "dalla culla alla tomba" ("from cradle to grave").

Anche l'Europa ci sta pensando, e diverse sono le nazioni europee che hanno già adottato questa forma di tassazione ambientale.

Lo Staff di Rete Clima®

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