I carbon removals: una nuova proposta dall’UE

I carbon removals: una nuova proposta dall’UE

I carbon removals sono tutte quelle soluzioni messe in atto per rimuovere l’anidride carbonica dall’atmosfera. In accordo con la definizione di carbon removal (IPCC WG3 TS) come quelle “attività antropogeniche che rimuovono la CO2 dall’atmosfera e la immagazzinano in modo duraturo in serbatoi geologici, terrestri o oceanici, oppure in prodotti”, queste tecniche possono essere divise in tre famiglie: tecniche biologiche, tecniche ingegneristiche e tecniche geologiche.

Le prime sono tutte quelle procedure che mirano ad aumentare lo stoccaggio di carbonio all’interno di sistemi naturali, e comprendono la riforestazione, il carbon farming, l’utilizzo di biochar, e molte altre. Le tecniche “ingegneristiche” invece sequestrano CO2 direttamente dell’atmosfera per immagazzinarla all’interno del suolo, come i DACCS (Direct Air Capture with Carbon Storage) e i BECCS (Bio-Energy with Carbon Capture and Storage).

Le tecniche geologiche al momento sono ancora in una fase di sperimentazione, ma possiamo citare la degradazione della CO2 dalla disgregazione di minerali, che durante il processo di frantumazione catturano e legano chimicamente l’anidride carbonica.

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Carbon removal: il contesto normativo e proposta di regolamento UE 

Nel novembre 2022 la Commissione Europea ha pubblicato una proposta per certificare in modo affidabile gli assorbimenti di carbonio a livello volontario. La proposta promuoverà le tecnologie innovative di assorbimento del carbonio e le soluzioni sostenibili per il sequestro del carbonio nei suoli agricoli, contribuendo agli obiettivi dell'UE in materia di clima, ambiente e inquinamento zero.

La proposta si inserisce all’interno del Green Deal, l’importante percorso che l’Unione Europea sta compiendo verso la neutralità climatica, da raggiungere entro il 2050, che secondo il Sesto Rapporto dell’IPCC è impossibile da centrare senza fare affidamento sui carbon removals per bilanciare le emissioni residue inevitabili.

Il regolamento proposto si basa sulla comunicazione della Commissione sui cicli di carbonio sostenibili, pubblicata e adottata nel 2021, e contribuirà a raggiungere l’obiettivo dell’assorbimento di 310 Mt nel settore Land Use, Land-Use Change and Forestry (LULUCF). Inoltre consentirà di sfruttare nuove forme di finanziamento, sia pubblico che privato, e di integrare la Politica Agricola Comune con un finanziamento results-based.  

Foto scattata da drone con mietitrebbia che raccoglie cereali durante l'inverno

Per garantire la trasparenza e la credibilità del processo di certificazione, la proposta fissa norme per la verifica indipendente degli assorbimenti e disciplina il riconoscimento dei sistemi di certificazione di cui ci si può servire per dimostrare la conformità al quadro dell'UE. La qualità e la comparabilità degli assorbimenti saranno assicurate dai quattro criteri QU.A.L.ITY.

Il vice-presidente esecutivo per il Green Deal, Franz Timmermans, ha dichiarato: “La proposta odierna di certificazione dell'UE per gli assorbimenti di carbonio è un passo avanti epocale nella risposta alla crisi climatica. Per raggiungere la neutralità climatica dobbiamo ridurre drasticamente le emissioni di gas a effetto serra, ma anche rimuovere carbonio dall'atmosfera.

Con il pacchetto "Fit for 55%" abbiamo dato il via agli sforzi per chiudere il rubinetto delle emissioni di gas serra il più in fretta possibile; ora definiamo un quadro normativo che incentiva in parallelo gli assorbimenti di carbonio attraverso mezzi tecnologici o pozzi di assorbimento naturali, con grandi potenzialità anche in termini di biodiversità.

La certificazione degli assorbimenti crea nuove opportunità imprenditoriali per gli agricoltori, i silvicoltori e i gestori di terreni disposti a spendersi per il clima e l'ambiente.”



Il sistema QU.A.L.ITY  

La Commissione Europea ha davanti a sé una sfida importante poiché all’ambizione di implementare un sistema di certificazione chiaro ed incentivante, si contrappone la complessità di definire uno standard che riesca ad armonizzare le diverse applicazioni e tecnologie interessate da questa iniziativa.

L’attuale proposta di regolamento prevede un quadro certificativo incentrato su quattro criteri di qualità, cosiddetto sistema QU.A.L.ITY, che mira appunto a garantire la certificazione di carbon removal di elevata qualità. Ne illustriamo nel prosieguo i principali aspetti.

  • QUantification: l’obiettivo è quello di implementare un sistema di quantificazione, monitoraggio e verifica delle rimozioni di carbonio che tramite l’utilizzo di strumenti precisi e puntuali possa assicurare dei benefici inequivocabili per il clima;
  • Additionality and baseline: a differenza di altri meccanismi volontari già esistenti, in questo caso si prefigura un sistema che intende premiare le attività che vanno oltre le buone pratiche nazionali e le varie cogenze normative. Questa scelta è dovuta alla volontà del legislatore di non premiare solo i “late comers”, ovvero gli operatori finora non virtuosi, ma appunto di creare un sistema incentivante per tutte quelle pratiche di sviluppo e miglioramento delle pratiche comuni sul mercato.
  • Long-term storage: l’obiettivo del regolamento è quello di favorire la diffusione di tecnologie ed applicazioni in grado di assicurare rimozioni di carbonio di lungo periodo. Tuttavia, non è ancora chiaro quale sarà la durata minima delle rimozioni.
  • SustainabilITY: Le attività di rimozione devono anche contribuire al raggiungimento di obiettivi di sostenibilità, intesi come tutela e miglioramento della biodiversità, maggior resilienza degli ecosistemi, miglioramento della qualità delle risorse idriche, stimolare l’economia circolare. Questi benefici addizionali saranno riconosciuti e valutati in sede di emissione dei certificati.

Dal punto di vista certificativo vige invece il principio di indipendenza che regola il rapporto tra gli schemi di certificazione ed enti certificatori. I primi, infatti, avranno il compito di assicurare la tracciabilità delle rimozioni tramite il funzionamento di registri pubblici ed interoperanti tra loro, oltre che ad evitare ogni rischio di double counting; i secondi, invece, avranno la responsabilità di garantire l'autenticità di tali rimozioni attraverso audit esterni di verifica e di conformità con lo standard applicato.

Le tre tipologie di carbon removal: Permanent storage, Carbon farming, Carbon storage in long-lasting products and materials

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Di seguito una illustrazione di questi 3 grandi ambiti di applicazione relativi al mondo dei carbon removal.

Carbon removal: permanent storage

Una delle tecniche che permette lo stoccaggio permanente di CO2 è il cosiddetto Direct Air Carbon Capture and Storage (DACCS). Questo metodo di cattura dell’anidride carbonica si basa, come dice il nome in inglese, sulla cattura del gas direttamente dall’aria.

L’aria viene aspirata da un ventilatore direttamente dentro un collettore, dove è riposto un filtro che trattiene le particelle di CO2: a questo punto il collettore viene riscaldato fino a 100°C, rilasciando l’anidride carbonica che viene poi stoccata in modo permanente nel suolo.

La tecnologia è molto promettente, al momento è ancora presto per vedere una sua applicazione su vasta scala.



Carbon removal: carbon farming

Il carbon farming è una delle tre tecniche proposte dalla Commissione come carbon removal: per carbon farming si intendono tutte quelle azioni volte ad aumentare o a non diminuire il carbonio presente nei sistemi biologici, come le foreste, il suolo, le torbiere e le aree umide.

Carbon farming è quindi una strategia di carbon avoidance e ma anche di carbon removal.

L’Unione Europea sta rivolgendo molta attenzione al carbon farming per ridurre le emissioni di gas serra del comparto agricolo, che secondo Eurostat contano per l’11,4% del totale delle emissioni registrate in Europa.

Carbon removal: carbon storage in long-lasting products and materials

All’interno della nuova proposta di regolamento, un ruolo importante sarà ricoperto dalle rimozioni di carbonio dall’atmosfera e successivamente “immagazzinate” in prodotti realizzati con materiali legnosi ed utilizzati come elementi strutturali di edifici e costruzioni.

In questo caso, oltre a generare un importante beneficio ambientale dato che il legno lavorato andrà a sostituire materiali più carbon intensive quali - per esempio - cemento ed acciaio, si contribuirà alla valorizzazione delle filiere forestali comunitarie e alla promozione dell'uso sostenibile del legno.

Se poi il legno medesimo sarà certificato secondo opportuni standard di gestione forestale sostenibile, si potrà raggiungere l'optimum lungo il suo ciclo di vita.

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Potenzialità del mercato

La rimozione della CO2 dall’atmosfera su larga scala tramite tecniche di CDR (Carbon Dioxide Removal) è considerata tra le misure necessarie per limitare il riscaldamento globale entro la soglia di + 1,5°C al 2100 rispetto al periodo preindustriale.

Nel medio termine, fino a metà secolo, le applicazioni CDR contribuiranno a riassorbire le emissioni dei settori cosiddetti “hard-to-abate”, come l’aviazione, l’agricoltura e alcuni processi industriali, così da raggiungere emissioni nette zero di CO2 al 2050.

In particolare, si stima che le soluzioni di tipo geologico (BECCS, DACCS) saranno in grado di rimuovere 5 MtCO2 entro il 2030 e fino a 200 MtCO2 al 2050.

Invece le attività di carbon farming e le applicazioni di carbon storage in prodotti strutturali legnosi contribuiranno al raggiungimento degli obiettivi contenuti nella proposta LULUCF con un totale di 310 mtCO2 al 2030.

In questo contesto:

  • ogni operatore agricolo dovrebbe avere accesso a dati verificati sulle emissioni e sulla rimozione entro il 2028, per consentire un'ampia diffusione della carbon farming;
  • le iniziative di carbon farming dovrebbero contribuire all'aumento di 42 Mt CO2eq degli assorbimenti, necessario per raggiungere l'obiettivo di 310 Mt CO2eq entro il 2030.

Rete Clima per i carbon removals

Rete Clima studia in maniera continuativa la tematica dei carbon removals, in collaborazione con Enti di ricerca pubblici e con soggetti privati del mondo dell'associazionismo industriale: la prospettiva è quella di poter essere un soggetto operante con competenza anche in questo settore, sviluppando soluzioni applicative a favore della decarbonizzazione delle Aziende.

SC, PA, PV