COP 21 di Parigi: riflessioni (a freddo) e prospettive

COP 21 di Parigi: riflessioni (a freddo) e prospettive

Si è molto parlato di questa COP 21 di Parigi, prima, durante e dopo, e anche noi su questo sito abbiamo voluto riportare "a caldo" alcune nostre considerazioni post accordo.

Il "dopo Parigi" è stato caratterizzato da una serie di commenti anche molto diversi tra loro, se non addirittura opposti: se la posizione predominante è infatti quella della soddisfazione, da una consistente parte del mondo scientifico e "sociale" sono venute invece considerazioni molto negative sul risultato dell'accordo, il quale effettivamente ad oggi non tutela le "prospettive climatiche" del nostro Pianeta.

make-it-work_cop_21Addirittura il noto climatologo statunitense James Hansen, uno dei padri dell'allarme climatico ed un forte promotore delle politiche di contrasto al climate change, ha definito questo accordo "una truffa" in quanto contiene "solo promesse e non azioni": ma, anche restando a livello nazionale e scorrendo il web, diversi amici di importanti Ong nazionali, piuttosto che stimati giornalisti ambientali e altri hanno preso posizioni molto critiche sull'accordo emerso da COP 21 (a tratti peraltro assolutamente condivisibili).

Quale allora la posizione più ragionevole?
In realtà non è ovviamente possibile fare altro che rispettare le considerazioni di ciascuno, ma mi piaceva portare qualche personale considerazione:

1) questo accordo è stato il miglior accordo possibile, naturale prosecuzione delle logiche del Protocollo di Kyoto,

2) l'accordo coinvolge un altissimo numero di Stati, quindi è ampiamente condiviso a livello globale,

3) l'accordo è ad oggi insufficiente rispetto agli obiettivi di tutela climatica che lui stesso individua come importanti,

4) l'accordo non è vincolante (perlomeno non in tutte le sue parti) e non entra in vigore immediatamente,

5) il settore energetico gioca un ruolo predominante nelle azioni delineate dagli stati dentro i propri INDC, rivolte (anche) ad una rilevante promozione delle fonti energetiche rinnovabili,

6) il riscaldamento climatico progredisce senza sosta ed in maniera importante,

7) gli effetti ormai inevitabili del climate change in molte aree del mondo porterà -volenti o nolenti- alla crescita del fenomeno dei "profughi climatici",

CO2_emissions_vulnerability

8) gli accordi globali sul libero scambio commerciale possono potenzialmente contribuire in maniera molto negativa alle concrete azioni nazionali,

9) i negazionisti climatici non hanno giocato particolari carte durante la COP 21, complice anche la brillante azione giornalistica di Greenpeace,

10) il ruolo della società civile e delle Aziende è fondamentale e complementare agli sforzi delle Parti, ed il suo ruolo sarà destinato a crescere.

Su quest'ultimo punto, in particolare si gioca anche la mission di Rete Clima®, che vuole promuovere cultura ed azione per la promozione della sostenibilità ed il contrasto al climate change: è tempo di azioni concrete, decise, condivise, che stimolino riflessione e consapevolezza nelle persone.

Buon lavoro a tutti, ce n'è davvero ancora molto da fare!

PV per Rete Clima®