La resilienza delle Aziende ai cambiamenti climatici: aziende impreparate ai rischi climatici

La resilienza delle Aziende ai cambiamenti climatici: aziende impreparate ai rischi climatici

Le aziende sono ancora impreparate ad affrontare i cambiamenti climatici: solo il 25% delle aziende intervistate ha investito su misure di adattamento o resilienza ai cambiamenti climatici, la medesima quota percentuale che già oggi riconosce evidenti gli impatti dei cambiamenti climatici sul proprio business aziendale.
Analizzando poi la segmentazione del campione del sondaggio si rileva poi che il livello di attuazione di questo genere di azioni di adattamento/resilienza cresce al crescere della dimensione dell’Organizzazione.

Questo il cuore della recente ricerca “Le imprese sono sufficientemente resilienti ai cambiamenti climatici?” (download a seguito), curato dall’Ente di certificazione DNV GL in collaborazione con l’istituto di ricerca GFK Eurisko: lo studio ha coinvolto oltre 1.240 imprese in tutto il mondo, di cui 148 italiane, arrivando alla conclusione che la problematica del cambiamento climatico è oggi (in linea di massima) compresa ma non adeguatamente gestita.

A livello globale le criticità principali collegate ai cambiamenti climatici sono percepite collegate a: ondate di calore (per il 54,7% delle Organizzazioni intervistate), tempeste (per il 44,3% delle Organizzazioni) e inondazioni (per il 37,7% delle Organizzazioni):

Le azioni di mitigazione ed adattamento, quando attuate, sono state il più delle volte motivate da cause esterne, non riconducibili direttamente all’azienda stessa: circa il 50% degli interventi attuati sono stati mossi da leggi e regolamenti, seguiti da specifiche richieste dei clienti che hanno mosso il 43% degli interventi.

E in Italia?
Circa il 40% delle 148 aziende italiane coinvolte nella survey riconosce già gli effetti dei cambiamenti climatici su almeno una delle aree principali della propria attività (quali: operazioni, catena di fornitura o clienti e mercati) o se li aspetta nel breve termine, il 21% li sta già subendo in forma diretta, ma solo il 20% ha attivato politiche aziendali di resilienza o di adattamento al cambiamento climatico.

Tra i rischi legati al cambiamento climatico il 73% delle imprese italiane identifica come rischio primario l’innalzamento delle temperature e le ondate di calore, il 31% teme anche tempeste e siccità, seguito da alluvioni (29%), incendi (14%), innalzamento del livello medio del mare (12%), frane e smottamenti (11%) e acidificazione delle acque marine (5%).

Per le aziende italiane questi rischi climatici determinano impatti su asset (10% Italia vs 11% globale); operazioni (14% Italia vs 17% globale); catene di fornitura (9% Italia vs 12% globale); clienti e mercati (8% Italia vs 13% globale).

La quasi totalità delle aziende italiane che hanno attuato misure di adattamento o di resilienza al climate change prevede che queste azioni possano fornire diversi vantaggi: il 46% identifica come primo beneficio atteso il risparmio finanziario come beneficio più atteso, seguito dalla diminuzione degli incidenti ambientali e da una migliore relazione con le parti interessate (43%), un incremento del brand equity (36%), un vantaggio competitivo e una maggior soddisfazione degli azionisti (25%).

Dall’indagine emerge che ciò che invece frena le imprese nazionali dall’intraprendere azioni climate friendly è:
– la mancanza di consapevolezza (30%);
– l’idea che i cambiamenti climatici avranno un impatto limitato sulla propria
attività (36%);
– i costi per le azioni di adattamento (31%);
– la mancanza di incentivi (36%).

Luca Crisciotti, CEO di DNV GL – Business Assurance: "Le aziende stanno già constatando gli impatti dei cambiamenti climatici sulle loro operazioni o riconoscono un alto rischio per le imminenti conseguenze. Nonostante ciò, il nostro studio registra una mancanza di proattività, con una minoranza che agisce per adattarsi o aumentare la resilienza. Le aziende stanno sottovalutando quanto possano essere dirompenti gli impatti e quanto sia urgente affrontare questo problema?".

E poi: "Sembra esserci confusione tra azioni di adattamento ai cambiamenti climatici e azioni di mitigazione. Gli sforzi di mitigazione sono cruciali per ridurre le emissioni di gas serra, ma da soli non consentiranno a un’azienda di adattarsi ai cambiamenti o di svilupparne resilienza. C’è, dunque, un enorme potenziale per accrescere e potenziare la consapevolezza e la preparazione nella gestione degli effetti dei cambiamenti climatici".

I quali, vale la pena ricordare, si costituiscono come un rischio trasversale ad ogni settore produttivo sostanzialmente interessando, in forme ed in intensità differenti, tutte le aziende.

Lo Staff di Rete Clima®