Nature Restoration Law: il Parlamento europeo approva

Nature Restoration Law: il Parlamento europeo approva

Mercoledì 12 luglio gli europarlamentari hanno approvato la “Nature Restoration Law, la legge per il ripristino della natura, un regolamento proposto dalla Commissione nel 2022 che rende giuridicamente vincolanti la salvaguardia e il ripristino degli habitat naturali in tutti gli Stati dell’Unione.

La legge è stata approvata con 336 voti favorevoli, 300 contrari e 13 astenuti. Poco prima, lo stesso Parlamento aveva respinto con una maggioranza davvero risicata una mozione del PPE volta a rigettare in toto il pacchetto (312 voti a favore, 324 contrari e 12 astensioni).

L’approvazione della legge da parte della Plenaria non era per niente scontata, dato il travagliato iter negoziale in seno alla Commissione Ambiente (ENVI), con ben due votazioni concluse con pareggio tra 44 favorevoli e 44 contrari.

Crediti: Parlamento europeo

Il dibattito nel mondo politico e nella società civile

Il provvedimento è stato oggetto di forti contestazioni fin dall’inizio.

In particolare, il PPE (Partito popolare europeo), alleato con le destre, si è opposto con forza alla legge, sostenendo che le disposizioni relative agli ecosistemi agricoli avrebbero danneggiato gli agricoltori e i pescatori europei, a favore dei produttori extracomunitari non soggetti alla norma, con conseguenti impatti sulla sicurezza alimentare e possibili severi rischiper l’economia europea.

Crediti: Fisna

A favore della Nature Restoration Law, invece, si sono schierati più di 6.000 tra ricercatori e scienziati; attivisti e associazioni ambientaliste, e circa un milione di cittadini europei, che hanno firmato un Manifesto, nonché esponenti del mondo delle imprese, come i CEO di 90 grandi imprese, tra cui Nestlé, Coca Cola e Ikea.

Che cosa è la Nature Restoration Law e perché è importante

La proposta di regolamento della Commissione Europea è volta a far fronte alla situazione allarmante in cui si trovano gli habitat e la biodiversità dell’Unione, con  l'80% degli ecosistemi in pessimo stato di conservazione, il 70% dei suoli contaminato e il 10% delle specie di api e farfalle a rischio estinzione.

Ciò comporta un notevole danno non solo all’ambiente, il clima e la salute, ma anche all’economia: oltre la metà del PIL mondiale dipende da materiali e servizi forniti dagli ecosistemi.

Crediti: Pexels

Il pacchetto originale si propone di ripristinare entro il 2030 almeno il 20% delle superfici terrestri e marine e almeno il 15% dei fiumi, per arrivare ad un recupero totale di tutti gli ecosistemi che ne necessitano entro il 2050.

Sempre entro il 2030, si prevede di realizzare elementi paesaggistici ad alta biodiversità, come siepi, strisce fiorite, stagni e alberi da frutto, su almeno il 10% della superficie agricola utilizzata.

Altre misure contemplate sono: la riduzione delle barriere artificiali, come dighe e sbarramenti, lungo il decorso dei fiumi per un totale di almeno 25.000 km; l’incremento del verde urbano con un minimo di copertura del 10% in ogni città; una migliore gestione forestale per aumentare la biodiversità e gli stock di carbonio dei nostri boschi; la diminuzione dell’uso di pesticidi e di fertilizzanti in agricoltura.

Un’analisi più dettagliata della proposta della Commissione si può trovare in questo nostro precedente articolo.

Crediti: Commissione Europea

Una legge talmente importante, dunque, da costituire la chiave di volta della Strategia europea sulla biodiversità e dell’intero Green Deal europeo, nonché lo strumento principale per il raggiungimento degli obiettivi sulla biodiversità sottoscritti con l’Accordo sulla Biodiversità di Montreal-Kunming dello scorso dicembre.

La Nature Restoration Law: bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto?

Per ottenere i voti decisivi, è stato necessario scendere a diversi compromessi, introducendo nel testo approvato molte flessibilità e deroghe. È per questo che, secondo diverse associazioni ambientaliste, la versione uscita dal voto è di fatto indebolita rispetto alla proposta iniziale della Commissione e, perciò, potrebbe essere inadeguata ad affrontare le crisi interconnesse della biodiversità e del clima.
In particolare, è stato soppresso l’articolo 9, quello che fissava gli obiettivi di ripristino per le aree agricole, comprese le torbiere, così come, pur mantenendo i target generali al 2030 e al 2050, sono scomparsi gli obiettivi intermedi al 2030 – 2040 -2050 specifici per i singoli ecosistemi;  la lunghezza complessiva di decorso dei fiumi privo di sbarramenti è scesa a 20000 km.  

nature restoration law

Inoltre, un emendamento adottato rimanda l'attuazione della legge ad una successiva verifica del suo impatto sulla sicurezza alimentare da parte della Commissione; sarà poi possibile rinviare il conseguimento degli obiettivi anche in caso di "circostanze socioeconomiche eccezionali”, come l'aumento dei prezzi dei prodotti alimentari del 10%.

I sostenitori del pacchetto hanno comunque esultato, perché un voto negativo avrebbe aperto scenari imprevisti tali da compromettere l’intero Green Deal Europeo.

I prossimi passi

Dopo il voto del 12 luglio, il testo passa alla negoziazione tra Parlamento, Consiglio dell'UE e Commissione (il cosiddetto trilogo), già in corso a fine luglio. Al termine dei negoziati la legge tornerà di nuovo a Strasburgo, per l’approvazione definitiva, presumibilmente nel 2024.

I membri del trilogo. Crediti: Twitter Pascal Confin

Ci auguriamo ci siano ancora margini di miglioramento del testo, perché, come ha dichiarato mercoledì César Luena, parlamentare socialista e relatore della Nature Restoration Law,

“Questa legge fa bene anche a coloro che hanno votato contro”

ET e PV per Rete Clima


Il testo approvato dal Parlamento è disponibile in inglese qui .

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