Carbon footprint in Italia: Carbon footprint di Prodotto e di Organizzazione (ISO 14067 ed ISO 14064-1)

Carbon footprint in Italia: Carbon footprint di Prodotto e di Organizzazione (ISO 14067 ed ISO 14064-1)

Che cos’è la Carbon Footprint?

La Carbon Footprint (o impronta di carbonio) rappresenta la quantità di emissioni di gas ad effetto serra generate lungo il ciclo di vita di un prodotto/servizio, calcolate allo scopo di procedere poi con azioni di loro gestione attraverso le due fasi di loro riduzione e di compensazione.

Si parla però anche di Carbon Footprint delle Organizzazioni qualora venga realizzato un "Inventario delle emissioni di gas serra" riferita all'esercizio aziendale annuale, per capire dove e quanto una Organizzazione realizza la sua "impronta di carbonio" e poterla così successivamente gestire.

La Carbon Footprint di Prodotto (CFP) oggi in Italia

Espressa nell’unità di misura CO2eq, la Carbon Footprint di Prodotto (CFP) considera le emissioni complessive di tutte le fasi della vita del prodotto/servizio "dalla culla alla tomba", esprimendole nella categoria di impatto del Global Warming Potential - 100 years.

La contabilità parte dalle fasi di approvvigionamento e trattamento delle sue materie prime costitutive, alla loro lavorazione e produzione del prodotto, ai trasporti fino al cliente, al suo utilizzo, allo smaltimento del prodotto a fine vita:

Questo ciclo è ben rappresentato anche nel tool che Rete Clima ha realizzato per Subito.it, il primo portale web italiano di scambio di prodotti seconda vita, nell'ambito di un importante progetto per la valorizzazione del riuso dei prodotti sulla base di un criterio di diminuzione dell'impronta di carbonio:

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(qui il link al sito web dedicato al progetto di calcolo della CFP (Carbon Footprint of Product - Carbon Footprint di Prodotto) per Subito.it)

Perché calcolare la Carbon Footprint di Prodotto e la Carbon Footprint delle Organizzazioni oggi in Italia?

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Calcolare la Carbon Footprint si configura oggi, anche in Italia, come la nuova frontiera della contabilità ambientale, una evoluzione delle politiche ambientali aziendali anche in relazione alla crescente sensibilità verso la problematica del cambiamento climatico.

Quantificare i propri impatti insieme a Rete Clima è una opportunità di conoscenza delle performance ambientali dell’azienda, una opportunità di marketing ambientale, uno strumento di rafforzamento della propria “green reputation”, una occasione di posizionamento strategico in chiave ambientale, una soluzione per l'aumento della brand awareness, una opportunità di comunicazione e rendicontazione green.

Rete Clima lavora proprio in questa direzione, per supportare le Aziende in Italia nell'ambito delle loro azioni di green communication e green marketing e di costruzione di una corretta e veritiera green reputation:

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Quantificare le proprie performance emissive si costituisce però anche come una attività strategica nell’ambito del possibile futuro sviluppo delle politiche di tassazione ambientale a carico della CO2 (a sostegno delle politiche nazionali contro il cambiamento climatico).

Calcolare la Carbon Footprint si potrà costituire come una importante occasione per valutare la competitività dei propri prodotti al variare del prezzo della CO2, un sottoprodotto inevitabilmente ed abbondantemente correlato a tutte le produzioni umane.

Carbon Footprint in Italia e LCA (Life Cycle Assessment)

Nell'ambito dei processi produttivi, ogni unità di prodotto genera un inquinamento lungo la sua intera filiera "from cradle to grave" ("dalla culla alla tomba”), di cui il cliente finale è in qualche modo il “responsabile” in quanto domande economica di quel bene medesimo.

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Ma "quanto vale" questo inquinamento? L'uso delle tecniche di LCA (Life Cycle Assessment) per il calcolo dell'impronta ambientale e/o dell'impronta di carbonio (la Carbon Footprint) possono aiutare a comprendere rispettivamente gli impatti complessivi sull'ambiente (espressi secondo diverse "categorie di impatto") o gli impatti ambientali limitati alla categoria di impatto "riscaldamento climatico".

La fase di quantificazione della Carbon Footprint di prodotto (realizzabile –però- anche verso eventi, processi, siti produttivi, aree territoriali, etc.) diventa opportunità di gestione aziendale, dato che permette di capire le inefficienze e le debolezze ambientali dei cicli produttivi aziendali.

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Dopo la fase di assessment si opera infatti il management delle emissioni di gas serra, attraverso azioni tecniche e organizzative rivolte alla diminuzione dei consumi di energia e materia vergine, diminuendo così gli impatti delle produzioni aziendali sull’ambiente (ed insieme i potenziali futuri costi insorgenti dalla probabile nuova tassazione ambientale sulla CO2).

Questo il nostro percorso di valutazione, gestione e comunicazione delle performance climatiche dei prodotti e delle aziende, il Percorso emissioni CO2 zero, una strategia vincente dentro la green economy:

Realizziamo questa filiera di azioni green ad alta integrazione verticale, che permette la mappatura dell'impronta di carbonio dei prodotti e delle organizzazioni al fine di poter poi avviare percorsi di gestione delle emissioni, al fine di diminuire il carico antropico sull'ambiente.

Carbon footprint di prodotto e carbon footprint di Organizzazione oggi in Italia: come si possono calcolare?

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Per il calcolo della carbon footprint di prodtto/servizio è possibile utilizzare la norma ISO 14067 - "Greenhouse gases - Carbon footprint of products - Requirements and guidelines for quantification and Communication” , il quale si rifà alle precedenti norme UNI EN ISO 14040 ("Gestione ambientale - Valutazione del ciclo di vita - Principi e quadro di riferimento") e UNI EN ISO 14044 ("Gestione ambientale - Valutazione del ciclo di vita - Requisiti e linee guida"), le quali a loro volta esprimono i passi per la valutazione di LCA (Life Cycle Assessment).

Il Life Cycle Assessment, la metodologia utilizzata per il calcolo della Carbon Footprint, è lo strumento tecnico per individuare e quantificare i carichi ambientali complessivi di un prodotto lungo il suo intero ciclo di vita “from cradle to grave” (dalla “culla alla tomba”), secondo diverse categorie di impatto (eutrofizzazione acque, riscaldamento climatico, consumo di risorse, consumo di acqua,….etc.).

impronta-CO2-carbonioLa sua adozione permette di comprendere le fasi di maggiore criticità ambientale di un ciclo produttivo, consentendo la conseguente adozione di scelte progettuali o di interventi specifici in grado di ridurre e compensare gli impatti ambientali aziendali.

I benefici conseguenti sono legati ad una riduzione degli sprechi e ad un aumento dell’efficienza, con evidenti ricadute produttive ed economiche.

Considerando invece la carbon footprint delle Organizzazioni, è applicabile la norma UNI EN ISO 14064-1 ("Greenhouse gases – Part 1: Specification for the quantification, monitoring and reporting of project emissions and removals”), che si costituisce come la prima delle 3 norme della serie ISO 14064 rivolte alla quantificazione e rendicontazione, riduzione ed assorbimento, validazione e verifica delle asserzioni relative alle emissioni di gas serra (GHG), integrandosi con la norma ISO 14069 ("Gas ad effetto serra - Quantificazione e rendicontazione delle emissioni di gas ad effetto serra per le organizzazioni - Linee guida per l'applicazione della ISO 14064-1")

Oppure, se l'azienda necessita di canali di rendicontazione differenti, è possibile utilizzare le indicazioni tecniche dello standard "GHG Protocol".

Dalla carbon footprint in Italia all'EPD (Environmental Product Declaration) alla Climate Declaration ed alla PEF (Product Environmental Footprint)

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La carbon footprint di prodotto e la carbon footprint dell'Organizzazione sono essenzialmente pensate per Aziende, filiere produttive o servizi complessi: nel caso della carbon footprint la valutazione può essere integrata un una logica di LCA (Life Cycle Assessment) con tutte le altre "categorie di impatto" anche al fine della realizzazione di una EPD - Environmental Product Declaration (Dichiarazione ambientale di prodotto) pubblicizzabile poi mediante il nostro carbon label ai diversi stakeholder e clienti dell'azienda (nazionali ed esteri).

Concludiamo dicendo quindi che la realizzazione di una carbon footprint di un prodotto o di una organizzazione (e tanto più uno studio di EPD - Environmental Product Declaration) è occasione di miglioramento della gestione aziendale, costituendosi però anche come attuale strumento di CSR (Corporate Social Responsibility) e di comunicazione circa le proprie performance ambientali aziendali.

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NOTA: segnaliamo un altro articolo su questo nostro sito dove parliamo della PEF (Product Environmental Footprint) e OEF (Organizational Environmental Footprint), l'evoluzione delle logiche dell'EPD.

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Questo programma sostanzia in Italia l'approccio tecnico europeo orientato alla quantificazione dell'impronta ambientale dei prodotti, dei servizi e delle organizzazioni, sulla base di una contabilità basata sul LCA (Life Cycle Assessment).