Il COVID-19 ci ha insegnato a guardare le foreste con occhi nuovi e…a piantare alberi (anche) in città!

Il COVID-19 ci ha insegnato a guardare le foreste con occhi nuovi e…a piantare alberi (anche) in città!

Il COVID-19 ha generato una pandemia globale che ben presto abbiamo riconosciuto essere una delle situazioni più complesse che l'umanità si sia trovata ad affrontare nell'età moderna.

Se c'è una cosa positiva che la pandemia ci sta però lasciando è l'evidenza circa i grandi rischi (anche sanitari) che una cattiva relazione uomo-ambiente può far insorgere: il COVID ci sta però anche lasciando una maggior consapevolezza circa l'attuale squilibrio tra le dinamiche naturali e quelle umane di cui la pandemia, la crisi climatica, la crisi idrica...etc. sono esempi chiari e preoccupanti.

Come già presentavamo in questo articolo, l'origine del Covid-19 è infatti stata l'accesso e lo sfruttamento di aree naturali (forestali) incontaminate, con prelievo e commercio di animali selvatici dai quali è avvenuto lo spillover (salto di specie) del virus, che è così arrivato anche all'uomo.

Allora piantare alberi e ricostruire gli ambienti naturali è una delle più importanti azioni che possiamo fare per contribuire ad aumentare l'equilibrio nel rapporto uomo-ambiente.

Quest'azione di forestazione vale sicuramente per le foreste primarie, da tutelare e proteggere, ma -in una logica più ampia- ha senso che venga estesa a tutte le zone del mondo: anche alle nostre città, dove gli alberi sono ovviamente meno rispetto agli ambienti naturali e dove il loro ruolo risulta quindi ancora più importante per la qualità della vita e per la salute di chi le abita.

Piantare alberi nelle nostre città non aiuta direttamente la prevenzione di "salti di specie" dei virus che interessano la vita animale selvaggia, questo è chiaro, ma sicuramente contribuisce a creare ambienti urbani più sani, più naturali, più fruibili: è una azione che migliora peraltro anche la qualità dell'aria grazie all'assorbimento degli inquinanti particellari da parte delle piante (PM10, PM5,...etc.) i quali, si sta ancora studiando, sono un probabile vettore di trasporto del coronavirus.

Grazie alla forestazione urbana si generano benefici proprio nelle città, gli ambienti dove vive la maggior parte degli esseri umani, che sono riconosciute essere i contesti più sensibili anche rispetto a problematiche sanitarie. Secondo i dati delle Nazioni Unite, infatti, il 55% della popolazione umana totale vive nelle città, che si sono rivelate essere le aree più colpite dalla pandemia: si stima infatti che il 90% di tutti i casi di COVID-19 segnalati si sia verificato nelle aree urbane.

La nefasta esperienza del COVID-19 può e deve allora essere occasione per ripensare anche alla vita delle città, per portarle ad essere più resilienti....per renderle, secondo il molto ben riuscito slogan dell'UNEP qui a seguito, "a prova di futuro!":

UNEP è l'acronimo di United Nation Environmental Programme, il Programma ambientale delle Nazioni Unite

E gli alberi possono essere un grande alleato in questo percorso, verso la creazione di quelle che Enrico Pompei, Responsabile dell’Ufficio politiche forestali nazionali e internazionali del Ministero delle politiche agricole e forestali (Mipaaf), in una intervista pubblicata sul Sole24Ore chiama "biocities".

Pompei: "Lo spazio si può trovare nella forestazione urbana e periurbana, progettando e realizzando le cosiddette biocities. È una grande sfida che ci consentirà di piantare milioni di alberi mitigando le ondate di calore nelle zone urbane e che potrebbe creare anche opportunità di lavoro".

Si tratta di vere e proprie Nature Based Solutions (Nbs), rivolte a copiare soluzioni naturali dentro i sistemi antropici per aumentare la loro sostenibilità e la loro resilienza, per migliorare la qualità della vita di chi vive le città.

Per approfondimenti è possibile accedere a questo link: www.unenvironment.org/news-and-stories/story/cities-where-fight-green-recovery-will-be-won-or-lost

ed è possibile scaricare e leggere il documento a seguito.

Lo Staff di Rete Clima

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