Registro pubblico dei crediti di carbonio volontari del settore agro-forestale italiano

Registro pubblico dei crediti di carbonio volontari del settore agro-forestale italiano

Registro dei crediti di carbonio italiani: a che punto siamo?

Con il D.L. 24 febbraio 2023, n. 13, convertito con legge del 21 aprile 2023, n. 41, è stato istituito il Registro pubblico dei crediti di carbonio volontari del settore agroforestale italiano.

Il Registro, previsto già da parecchi anni ma definitivamente avviato con il decreto ministeriale del 1 aprile 2008, una volta emanati i Decreti attuativi permetterà finalmente di valorizzare le pratiche agroforestali nazionali in grado di aumentare assorbimento e stoccaggio di carbonio nei suoli e nella biomassa, tramite il riconoscimento di crediti di carbonio italiani.

Condizione base per poter generare questi crediti è l'addizionalità dei progetti di assorbimento e sequestro della CO2: tali progetti devono cioè essere quindi intenzionalmente realizzati dal soggetto gestore di un'area agricola o forestale e determinare uno stoccaggio incrementale di CO2 rispetto a quello che si avrebbe avuto con il semplice rispetto della normativa (europea, nazionale e regionale) in materia di conduzione delle superfici agricole e forestali.

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Il semplice possesso di un bosco o di una area agricola NON permette quindi alcuna generazione di crediti di carbonio.

Perché un Registro nazionale dei carbon credits?

Il Registro pubblico dei crediti di carbonio volontari del settore agroforestale italiano verrà istituito presso il Consiglio per la Ricerca in Agricoltura ed Economia Agraria (CREA) e servirà a superare il problema della doppia contabilizzazione del carbonio.

Infatti in Italia la vendita sul mercato volontario di crediti di carbonio forestali era - di fatto - impedita dal conteggio esclusivo operato dallo Stato circa gli assorbimenti di carbonio forestale in aree pubbliche e private.

Questa contabilità esclusiva era collegata alle attività previste per il conseguimento degli obiettivi climatici internazionali legati alla normativa climatica internazionale - e soprattutto europea - a carico degli Stati successiva al termine dell'applicazione dello storico Protocollo di Kyoto.

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Si tratta del primo Registro italiano di riferimento per il mercato volontario dei crediti di carbonio generati dall’agricoltura, dalla forestazione e dalle attività di Gestione Forestale Sostenibile nel nostro Paese, che permetterà di contabilizzare e mettere a reddito le attività su cui da anni il settore forestale lavora in chiave volontaria.

Il meccanismo del Registro dei crediti di carbonio italiani

All'interno del Registro, istituito con un emendamento all'articolo 45.6 del già citato decreto, potranno essere iscritti crediti utilizzabili SOLO nell'ambito del mercato volontario del carbonio.

Tali crediti non potranno quindi essere utilizzati nel mercato ETS (Emission Trading Scheme): i crediti potranno essere generati esclusivamente per le pratiche aggiuntive di gestione sostenibile, quindi “attività di imboschimento, rimboschimento e gestione sostenibile agricola e forestale aggiuntive a quelle previste dalla vigente normativa unionale e nazionale di settore”.

Il Senatore Luca de Carlo, proponente dell'emendamento, afferma che il registro avrà sia una valenza economica sia anche un significato culturale.

Ci si aspetta infatti che, da un punto di vista economico, il Registro possa promuovere, coordinare e mettere in rete vari progetti in grado di generare reddito per agricoltori e gestori forestali nazionali: ci si attende anche però che il Registro dei crediti permetta un importante passo avanti per mostrare "l'utilità climatica" di attività troppo spesso considerate inquinanti o in contrasto con l’ambiente (quali essenzialmente agricoltura e silvicoltura).



Il Registro nazionale, quindi, dovrà regolamentare la vendita sul mercato volontario di crediti di carbonio, una volta che i decreti attuativi sopra citati sgombreranno il campo dalle molte incertezze e limiti normativi che hanno caratterizzato a lungo questo settore in Italia.

Per completare il quadro servirà la definizione dei decreti attuativi, che dovranno definire in modo appropriato le regole di contabilità, il concetto di “addizionalità” rispetto alla baseline carbonica.

Tale baseline è appunto la base di contabilità oltre quale poter convertire gli assorbimenti prodotti dalle imprese agro-forestali in crediti di carbonio liberamente scambiabili sul mercato volontario, a favore di aziende che abbiano desiderio di neutralizzare i gas serra collegati al proprio esercizio aziendale e/o ai propri prodotti/servizi.

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Registro dei crediti di carbonio italiani: nuove opportunità di azione climatica per le Aziende nazionali

Con questo Registro si apriranno nuove opportunità sia per le aziende agro-forestali sia per il mondo imprenditoriale, che avrà l'opportunità di operare scelte sostenibili nazionali e di poterle comunicare, grazie a progetti ad alto valore sociale ed ambientale capaci di un contrasto al riscaldamento climatico direttamente in Italia.

Rete Clima, grazie alla sua più che decennale esperienza nel settore dei crediti di carbonio (anche) italiani, è attiva nel monitoraggio del quadro normativo e tecnico e potrà supportare la generazione e lo scambio di questi crediti verso le Aziende desiderose di procedere lungo un percorso di decarbonizzazione.

Un percorso che oggi inquadriamo all'interno del Programma Climate Plus di Rete Clima, di cui qui approfondimenti.