Riscaldamento climatico e pandemie: una relazione pericolosa

Riscaldamento climatico e pandemie: una relazione pericolosa

Avevano già analizzato in questo articolo la relazione tra le attività antropiche (legate alla compromissione di aree naturali) e lo sviluppo della pandemia da Covid-19.

Tuttavia anche i cambiamenti climatici sono una possibile causa di malattie pandemiche da zoonosi (cioè malattie che passano dagli animali all’uomo).

Secondo l'IPBES (Intergovernmental Science-Policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Services), la Piattaforma intergovernativa di politica scientifica sulla biodiversità e sui servizi ecosistemici con sede in Germania, il numero di virus potenzialmente dannoso per gli esseri umani è di circa 1,7 milioni: in contesti naturali è tuttavia difficile che i tali virus entrino in contatto con l’uomo, poiché le interazioni uomo-animali sono ridotte.

Tuttavia il riscaldamento climatico potrà aumentare il rischio di spillover (salto di specie) dal momento che l’aumento della temperatura terrestre ed il variare delle condizioni fisiche degli habitat naturali porta e porterà alcune specie a migrare in nuove aree, caratterizzate da condizioni climatiche per loro migliori.

Secondo un articolo pubblicato su Nature nel 2017, che ha preso in considerazione circa 40.000 specie animali in tutto il mondo, ad oggi circa la metà di queste specie è già in movimento a causa del cambiamento delle condizioni climatiche ed ambientali nei propri tradizionali areali distributivi.

Scondo il Professor Hans-Otto Poertner, direttore del Dipartimento di bioscienze presso l’Alfred Wegener Institute (AWI) e membro dell’IPCC: "I cambiamenti climatici modellano la distribuzione geografica delle specie. Se in futuro dovessimo osservare specie che si spostano in aree in cui sono prevalenti gli esseri umani, allora potrebbero esserci nuove possibili pandemie".

Un'altra sgradita conseguenza del riscaldamento climatico globale potrebbe poi essere la liberazione di virus "ancestrali" dal permafrost in disgelo: ricordiamo che il permafrost è lo strato di suolo perennemente ghiacciato, che quindi contiene traccia della storia climatica e virale del nostro pianeta.

Tra le tante fonti scientifiche che allertano in merito a questo rischio è da segnalare un articolo pubblicato nel gennaio di quest'anno sulla rivista scientifica BiorXiv, da parte di un team di ricercatori statunitensi e cinesi.

I ricercatori hanno infatti analizzato il contenuto microbico di una serie di carote di ghiaccio prelevate nell’altopiano del Tibet e, in tali carote di ghiaccio lunghe fino a 50 metri, attraverso analisi microbiologiche hanno identificato 33 gruppi di virus, 28 dei quali sconosciuti e sepolti nel ghiaccio da millenni.

Ciò significa che lo scioglimento del permafrost per il riscaldamento climatico potrebbe liberare nell’atmosfera antichi virus sconosciuti, potenzialmente pericolosi per l’uomo che non possiede un sistema immunitario con gli anticorpi necessari per affrontarli.

Ecco due esempi di quello che i rischi climatici cosa possono originare a danno della salute umana.

Lo Staff di Rete Clima