Conclusa la COP 24 di Katowice: approvato il Paris Rulebook

Conclusa la COP 24 di Katowice: approvato il Paris Rulebook

Si è conclusa la COP 24 di Katowice, in ritardo rispetto al termine ufficiale per riuscire a trovare un (difficile) accordo in merito alle modalità di attuazione del Paris Agreement.

Obiettivo della COP 24, la 24° Conferenza sul cambiamento climatico organizzata dalle Nazioni Unite a Katowice (in Polonia), era infatti quello di definire il quadro di regole che entreranno in vigore dal 2020 per dare attuazione all'Accordo della COP 21 di Parigi, finalizzato al contenere il riscaldamento climatico globale "ben al di sotto dei + 2°C".

Di tutta questa COP 24 ci piace innanzitutto ricordare con grande simpatia l'eccezionale l'intervento di Greta Thunberg, la ragazzina che dalla Svezia ha avviato una protesta tanto semplice quanto efficace verso il tema dell'inerzia verso il riscaldamento climatico, una protesta che ha coinvolto e sensibilizzato tutto il mondo:

Venendo ai negoziati, due settimane di lavori hanno dunque definito i criteri con cui misurare le emissioni di anidride carbonica (CO2) e valutare le misure per contrastare il cambiamento climatico nei vari Paesi sottoscrittori; è stato strutturato il sistema con cui i Paesi più sviluppati aiuteranno quelli in via di sviluppo in caso di disastri naturali, e a questi ultimi Paesi è stata concessa una maggiore flessibilità al fine di permettere loro il rispetto dei propri obiettivi climatici.

La conferenza ha visto anche un importante iniziale contrasto in merito all'approvazione dell'ultimo rapporto dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) delle Nazioni Unite, che si occupa di analizzare scientificamente l’andamento del clima e di produrre modelli sulla sua evoluzione: alcune Nazioni hanno di fatto inizialmente impedito che nei documenti ufficiali venisse espresso il recepimento delle conclusioni del report, il quale afferma che i prossimi 12 anni sono vitali per contenere l'aumento della temperatura globale.  Vitali per prevenire gli effetti del riscaldamento climatico tra cui gli eventi climatici sempre più estremi e la modifica del clima di intere aree geografiche, con conseguenze potenzialmente drammatiche per milioni di persone.

I delegati di Arabia Saudita, Kuwait, Russia e Stati Uniti presenti alla COP24 si sono infatti opposti per lungo tempo all’adozione delle conclusioni del report IPCC da parte della Conferenza, una posizione oltremodo anacronistica e illogica rispetto alla serietà del report prodotto dall'IPCC e irrispettoso delle urgenti istanze climatiche.

Ma alla fine come è andata la COP? E' stata un successo?


Sicuramente la COP 24 ha raggiunto l'obiettivo di definire il Paris Agreement Work Programme, il regolamento attuativo (Rulebook) dell’Accordo di Parigi, un risultato non scontato considerando le premesse e la complessità negoziale vissuta durante la Conferenza. E' sicuramente positiva la definizione del nuovo sistema di reporting e monitoraggio comune a tutte le Parti, che dovrà essere fondato sui principi di Trasparenza, Accuratezza, Completezza, Coerenza e Comparabilità (TACCC), e che permetterà la piena implementazione dell’Accordo di Parigi (nel rispetto degli NDC nazionali, da aggiornarsi entro la COP 26).

Patricia Espinosa (Segretaria esecutiva UNFCCC): "Questo è un risultato eccellente. Il sistema multilaterale ha prodotto un risultato solido. Questa è una tabella di marcia per la comunità internazionale per affrontare in modo decisivo il cambiamento climatico".

Il mondo ambientalista ha già espresso invece  una serie di critiche all'accordo, ritenendolo non sufficiente per affrontare il  cambiamento climatico con la tempestività necessaria: le Ong ambientali contestano anche la debole presidenza polacca della COP 24, che ha concorso a limitare la portata dell'accordo finale.

Manuel Pulgar-Vidal (Responsabile settore Clima ed Energia del WWF): "I leader mondiali sono arrivati ​​a Katowice con il compito di rispondere agli ultimi rapporti della scienza sul clima, da cui è emerso che abbiamo solo 12 anni per dimezzare le emissioni di CO2 e prevenire un riscaldamento globale catastrofico. Sono stati compiuti importanti progressi, ma ciò a cui abbiamo assistito in Polonia rivela una fondamentale mancanza di comprensione della nostra attuale crisi climatica da parte di alcuni Paesi. Per fortuna, l’Accordo di Parigi è disegnato per essere resiliente alle contingenze e tempeste geopolitiche. Abbiamo bisogno che tutti i paesi si impegnino a innalzare i propri obiettivi di riduzione delle emissioni entro il 2020, perché è in pericolo il futuro di tutti".

Dello stesso tono i commenti di Clément Sénéchal (Responsabile europea per il clima di Greenpeace), secondo cui: "Si è scavato un fossato tra la realtà dei cambiamenti climatici descritta dalla scienza, con le sue conseguenze drammatiche per le popolazioni di alcune regioni del mondo, e l’azione politica. La Cop 24 ha offerto il triste spettacolo di nazioni che difendono i loro interessi economici e industriali, mentre quelle più vulnerabili si giocano la sopravvivenza. La realtà è che quei popoli sono stati abbandonati".

Solo una migliore analisi ci potrà dare maggiori indicazioni in merito all'efficacia di questa COP 24: in un contesto come questo servirà però sicuramente puntare al massimo sulle azioni volontarie dei cittadini e dei vari attori economici dentro agli Stati, ma servirà comunque anche aggregare il massimo consenso da parte della società civile per richiedere agli Stati nazionali un miglioramento delle proprie azioni climatiche.

Prossimo appuntamento alla 25ª sessione della Conferenza delle parti (COP 25) delle Nazioni Unite, che si svolgerà in Cile dall’11 al 25 novembre 2019.

Si deve registrare la candidatura dell'Italia ad ospitare la COP 26 del 2020, annunciata dal Ministro dell’Ambiente Sergio Costa durante la COP24 di Katowice.

Per una analisi tecnica più approfondita della COP 24 e dei suoi risultati è possibile consultare questa pagina web sul sito carbonbrief.org (in lingua inglese).

Lo Staff di Rete Clima

AGGIORNAMENTO: disponibile un articolo di approfondimento in lingua italiana sul sito Climalteranti.it

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