Dichiarazione di Mainau: dal rischio nucleare al rischio climatico

Dichiarazione di Mainau: dal rischio nucleare al rischio climatico

Sessant'anni dopo la prima Dichiarazione di Mainau sull'urgenza di contrastare il potenziale uso di armi nucleari, sull'Isola di Mainau (sul lago di Costanza, in Germania) la storia sembra ripetersi: ci sono sempre scienziati (36 premi Nobel), c'è sempre una dichiarazione, ma il cuore della comunicazione questa volta è il rischio climatico.

I 36 firmatari la dichiarazione di cui a seguito si riporta il testo, sono scienziati di fama e di competenza che si sono riuniti per dichiarare l'urgenza di agire contro il climate change, che sta portando il Pianeta verso danni potenzialmente irreversibili.

Ecco il testo integrale della “Dichiarazione di Mainau”:

"Noi sottoscritti, scienziati insigniti del Premio Nobel, abbiamo raggiunto le rive del Lago di Costanza nel sud dellla Germania, per scambiare I nostri punti di vista con dei giovani promettenti ricercatori che provengono, come noi, da tutto il mondo. Circa sessanta anni fa, qui, a Mainau, un’Assemblea simile di scienziati Premi Nobel aveva pubblicato una dichiarazione sui pericoli inerenti la nuova tecnologia delle armi nucleari, una tecnologia che era il risultato di progressi fondamentali nelle scienze.

36-nobel-firman-declaracion-mainauFino ad ora, siamo riusciti a evitare una guerra nucleare, anche se resta la minaccia. Noi pensiamo che oggi il nostro mondo sia di fronte ad un’altra minaccia di un’ampiezza paragonabile. Generazioni successive di ricercatori hanno contribuito a creare un mondo sempre più prospero. Questa prosperità è stata realizzata al prezzo di un aumento rapido del consumo di risorse del pianeta. In assenza di una gestione, la nostra domanda incessante e crescente di prodotti alimentari, acqua ed energia finirà per superare la capacità della terra di soddisfare i bisogni dell’umanità e porterà ad una tragedia umana generale. Gli scienziati che studiano il clima della terra constatano già l’impatto delle attività umane.

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In risposta al cambiamento climatico generato dall’uomo, l’Organizzazione delle Nazioni Unite ha creato l’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) al fine di fornire ai decisori mondiali un riassunto dello stato attuale delle conoscenze scientifiche pertinenti. Anche se sono lontano dall’essere perfetti, gli sforzi che hanno condotto con l’attuale quinto Rapporto di valutazione dell’IPCC rappresentano, a nostro avviso, la migliore fonte di informazione riguardante lo stato attuale delle conoscenze sul cambiamento climatico. Non lo diciamo in quanto esperti nel settore del cambiamento climatico, ma piuttosto come un gruppo diversificato di scienziati che hanno un profondo rispetto ed una comprensione dell’integrità del processo scientifico.

Benché sussista un’incertezza quanto all’estensione esatta del cambiamento climatico, le conclusioni della comunità scientifica contenute nell’ultimo rapporto IPCC sono allarmanti, in particolare riguardo al mantenimento della prosperità umana, in caso di un aumento di più di 2° C della temperatura media mondiale. Il rapporto conclude che le emissioni antropiche di gas serra sono la causa probabile dell’attuale riscaldamento climatico della Terra. Le previsioni formulate a partire dai modelli climatici indicano che il riscaldamento, molto probabilmente, nel corso del prossimo secolo, aumenterà la temperatura della Terra di più di 2° C in rapporto al suo livello pre-industriale, a meno che, nel corso dei prossimi anni, non vengano fatte delle riduzioni spettacolari nelle emissioni antropiche di gas serra.

Secondo le valutazioni dell’IPCC, il mondo deve fare dei rapidi progressi nella riduzione delle emissioni attuali e future di gas serra, al fine di minimizzare i rischi importanti del cambiamento climatico. Noi pensiamo che le Nazioni del mondo debbano approfittare dell’occasione data dalla Conferenza sui cambiamenti climatici delle Nazioni Unite a Parigi, nel dicembre 2015, per prendere delle misure decisive al fine di limitare le future emissioni mondiali. Questo sforzo esigerà la cooperazione di tutte le Nazioni, sviluppate o in via di sviluppo, e dovrà essere proseguito in futuro, in accordo con le valutazioni scientifiche aggiornate.

L’inazione sottoporrà le generazioni future dell’umanità a un rischio inammissibile e inaccettabile."

I Premi Nobel firmatari:
Peter Agre, Michael Bishop, Elizabeth Blackburn, Martin Chalfie, Claude Cohen-Tannoudji, Steven Chu, James Cronin, Peter Doherty, Gerhard Ertl, Edmond Fischer, Walter Gilbert, Roy Glauber, David Gross, John Hall, Stefan Hell, Serge Haroche, Jules Hoffmann, Klaus von Klitzing, Harold Kroto, William Moerner, Ferid Murad, Ei-Ichi Negishi, Saul Perlmutter, William Phillips, Richard Roberts, Kailash Satyarthi, Brian Schmidt, Hamilton Smith, George Smoot, Jack Szostak, Roger Tsien, Harold Varmus, Robin Warren, Arieh Warshel, Robert Wilson, Torsten Wiesel


Lo Staff di Rete Clima®