Cambiamento climatico: negli USA in prima pagina i danni da eventi climatici estremi (legati al riscaldamento climatico)

Che il cambiamento climatico sia in atto   lo dicono gli indicatori ambientali,   lo dicono gli istituti di ricerca,   lo dicono le più importanti assicurazioni mondiali,   lo dicono le misurazioni,   lo dicono le statistiche,    lo dice il numero di eventi meteoclimatici estremi che cresce progressivamente in frequenza ed in intensità,  lo dice la conta dei danni (recenti e passati),   lo dicono a gran voce i responsabili della polica internazionale.   Lo dicono davvero in tanti, e lo dicono anche i climatologi (concordi nell'affermare che il cambiamento climatico esiste e l'uomo ne è la causa).

Il cambiamento del clima lo vediamo anche noi, nel nostro quotidiano, ma c’è chi lo sta subendo più di altri come gli USA (che pure più di altri lo stanno originando).

Un report del NOAA ha recentemente pubblicato i primi conti dei danni climatici di questo 2011, che ha visto susseguirsi negli USA dieci disastri climatici gravi dall'inizio dell'anno, ognuno dei quali ha provocato danni per oltre 1 miliardi di dollari: sommando a questi anche gli eventi climatici di minore entità si raggiunge la cifra di 35 miliardi di euro di danni, a cui si devono aggiungere anche e 700 vittime nel solo 2011.

I ricercatori del NOAA hanno calcolato che l'anno in corso ha visto una crescita esponenziale dell’impatto delle catastrofi climatiche rispetto agli ultimi 30 anni, e sembrano tornare alla memoria i danni provocati dai fenomeni meteoclimatici estremi della primavera-estate 2010.

Jack Hayes, direttore del National Weather Service del NOAA: “Il numero crescente di disastri naturali ha un forte impatto sulla vita e sui mezzi di sussistenza: il maltempo rappresenta una vera minaccia per la sicurezza pubblica”.

In tutto questo si scopre che climagate era una bufala, nessuno ha architettato niente per dipingere a tinte più fosche i rischi climatici, i quali –purtroppo- sono realmente gravi come vengono descritti dalle ricerche degli scienziati.

Le cui previsioni fanno paura, perché trasformano una sensazione in qualcosa di concreto e di misurabile, un rischio in realtà, in una “scomoda verità” che sarebbe bello poter relegare nel campo della fantasia ma con cui è invece necessario fare i conti.

Si conti che nel 2011 la più grave siccità degli ultimi 60 anni nel Corno D'africa ha colpito milioni di persone in Somalia, ma anche Kenya, Gibuti, Etiopia e Uganda hanno sofferto per la mancanza di acqua: dall’altro lato, in questa sorta di spaventoso caos climatico, una serie di inondazioni e tempeste si sono abbattute sull’America latina, mentre alluvioni e piogge torrenziali hanno devastato Corea, Filippine e Cina.

I giornali parlano chiaro: negli USA il clima che cambia è una tragica realtà, e nel paese della comunicazione fa ancora più notizia.

Nonostante ci sia ancora chi ancora tenti di negarlo o di dileggiarlo, nonostante i seri rischi prospettici che il cambiamento climatico può originare a livello globale, anche in termini di accesso alle risorse alimentari.

Lo Staff di Rete Clima®