Fenomeni meteorologici estremi e costi economici del cambiamento climatico: danni per almeno 160 miliardi di dollari nel solo 2012

Fenomeni meteorologici estremi e costi economici del cambiamento climatico: danni per almeno 160 miliardi di dollari nel solo 2012

Torniamo a trattare dell’incremento (in frequenza e magnitudo) dei fenomeni meteoclimatici estremi collegati al climate change, che determinano un incremento nella conta dei danni economici indotti sul sistema socio economico umano.

Secondo i dati provvisori del National Climatic Data Center (Ncdc), il centro di elaborazione dati della NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration), nel 2012 gli Stati Uniti hanno subito 11 eventi meteorologici estremi ciascuno dei quali ha provocato danni per almeno un miliardo di dollari: sette di questi eventi sono stati fenomeni del tipo tornado, due fenomeni del tipo uragano e altri due sono stati lunghi periodi di siccità, i quali hanno complessivamente determinato circa 300 vittime.

Questo dato numerico degli eventi estremi è in calo rispetto a quanto avvenuto nel 2011, anno in cui sono invece stati registrati 14 eventi meteoclimatici di grandi dimensioni negli USA, tuttavia i dati provvisori fanno prevendere che i danni economici dell'anno appena passato supereranno quelli del 2011 (allora pari a 60,6 miliardi di dollari).
La registrazione degli eventi estremi operata dalla Noaa a partire dal 1980, mostra l’accadimento di 144 eventi meteorologici estremi con danni per almeno 1 miliardo di dollari: a fronte di una media lungo questo periodo di 4,4 eventi/anno, negli ultimi due anni se ne sono invece registrati complessivamente 25 (con l'ovvia media di 12,5 eventi/anno), un valore tre volte superiore rispetto alla media dei 31 anni precedenti.

Al di là di questa crescita che può essere anche il frutto di una estemporaneità, i dati di questi ultimi anni fanno effettivamente percepire come gli eventi meteorologici estremi e capaci di causare grandi danni stiano aumentando, con un incremento sia in frequenza che in intensità: si tratta di un dato peraltro previsto da tempo da tutti i modelli previsionali utilizzati per la modellizzazione degli effetti del climate change, e che rischia di portare già dai nostri giorni il conto del riscaldamento climatico stabilmente al di sopra dei 50 miliardi di dollari anno nei soli USA. Senza contare i morti.

Vediamo di seguito le parole dell’amico Luca Mercalli proprio a proposito dei fenomeni metereologici estremi collegati al climate change:

Queste medesime e preoccupanti analisi emergono anche da altre fonti: le assicurazioni.
Torniamo a parlare, in particolare, dei dati del colosso assicurativo Muniche Re il quale ha rilasciato il suo “Munich Re Natural Catastrophe Statistics Report 2012” secondo cui nel 2012 le catastrofi naturali hanno causato 160 miliardi di dollari di perdite complessive (di cui 65 miliardi assicurati) in tutto il mondo, di cui circa il 67% delle perdite complessive e il 90% dei danni assicurati sono riconducibili ai soli Stati Uniti.

Come già visto gli USA stanno soffrendo più di altri delle conseguenze economiche del climate change: nel 2012 non si possono dimenticare i danni collegati al terribile uragano Sandy (con 50 miliardi di dollari circa di danni) ed i danni di circa 20 miliardi collegati alla grande siccità statunitense ed al gran caldo estivo (si conti che 2012 è stato l'anno più caldo degli USA dall'inizio delle rilevazioni delle temperature di fine ‘800, con cali nelle precipitazioni piovose che ricordano il terribile periodo a metà degli anni ’30 del secolo scorso).

Questo non vuol dire i fenomeni ambientali siano stati più intensi negli USA rispetto che altrove (si pensi solo ai fenomeni meteoclimatici che nel 2012 hanno devastato intere regioni delle Filippine o del Pakistan, con rilevanti perdite di economiche e di vite umane), ma i valori economici più alti negli USA e negli altri Stati occidentali significano solo che i danni in questi Stati “valgono più” rispetto ai danni -magari più intensi- che capitano altrove (e che le vite in altre parti del mondo “valgono di meno”……....).
Anche a livello di danni, per gli USA e gli Stati occidentali possiamo parlare di “perdite assicurate” (si conti che per il solo uragano Sandy, a fronte di circa 50 miliardi di dollari di anni circa 25 erano assicurati), una situazione ben diversa dagli altri Stati del mondo povero.

Peter Hoeppe (Capo della Geo Risks Research di Munich Re), a proposito dei due più rilevanti eventi capitati negli USA lo scorso anno (uraganoi Sandy e siccità): “Queste due catastrofi dimostrano chiaramente il tipo di eventi che possiamo aspettarci di affrontare più spesso in futuro. Non è possibile, ovviamente, attribuire i singoli eventi ai cambiamenti climatici, ciascuno essendo teoricamente possibile isolatamente. Tuttavia, numerosi studi presumono un aumento dei periodi di siccità estive in Nord America in futuro e una probabilità crescente a lungo termine di gravi cicloni relativamente lontani a nord, lungo la costa orientale degli Usa. L'aumento del livello del mare causato dal cambiamento climatico aumenterà ulteriormente il rischio di tempeste. E, senza alcuna prospettiva apparente di progresso nei negoziati internazionali sul clima, come quelli tenutisi recentemente a Doha, l'adattamento a tali pericoli utilizzando idonee misure di protezione è assolutamente essenziale”.

Torsten Jeworrek (nel Board di Munich Re): “Le pesanti perdite causate dalle catastrofi naturali legate al clima negli Stati Uniti hanno dimostrato che sono necessari maggiori sforzi di prevenzione per evitarle”. Non solo per una questione di esposizione delle assicurazioni!

E’ necessario ed urgente procedere con azioni di mitigazioni ed adattamento, anche se purtroppo l’azione politica sembra essere molto lontana da una reale capacità/volontà di azione: tutto ciò mentre i negazionisti climatici portano a rallentare ulteriormente ogni tipo di azione.


Lo Staff di Rete Clima®