Record mondiale di emissioni di CO2 nel 2011: +3,2% (un tasso superiore al tasso del PIL)

Record mondiale di emissioni di CO2 nel 2011: +3,2% (un tasso superiore al tasso del PIL)

Il World Energy Outlook dell'IEA (International Energy Agency) propone una fotografia preoccupante a proposito delle emissioni di CO2 globali per il 2011.

Secondo il report, nel 2011 queste hanno infatti raggiunto il preoccupante livello record di 31.6 Gt (miliardi di tonnellate), aumentando del 3,2% (pari ad 1 Gt di incremento) rispetto al dato emissivo del 2010: il dato fa pensare, anche perchè la crescita emissiva è stata superiore alla crescita del PIL globale.

Secondo i fati dell'Iea: "Ciò rappresenta un aumento di 1,0 Gt nel 2010, un più 3.2%. Il carbone ha rappresentato il 45% del totale di emissioni di CO2 da energia nel 2011, seguito dal petrolio (35%) e gas naturale (20%)".

Nel 2011 le emissioni di CO2 sono cresciute primariamente nei Paesi non-Ocse (l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, che raggruppa i Paesi industrializzati), i quali hanno realizzato un aumento del + 6,1% delle proprie emissioni rispetto al 2010: questo dato è solo parzialmente compensato dalla riduzione del 0,6% delle emissioni all'interno dei Paesi Ocse.

In queste condizioni, secondo Fatih Birol (economista capo dell'Iea): "I nuovi dati forniscono ulteriori prove che la porta per una traiettoria verso i +2° C sta per chiudersi".

Ricordiamo che la crescita della temperatura terrestre di +2°C rappresenta la soglia oltre la quale la probabibilità di rischi climatici cresce in maniera preoccupante. Proprio a questo proposito la IEA nel suo "450 Scenario" del World Energy Outlook 2011 "delinea un percorso energetico compatibile con una probabilità del 50% di limitare l'aumento della temperatura media globale a 2° C, che necessita di un picco di emissioni di CO2 a 32,6 Gt non oltre il 2017, vale a dire appena 1,0 Gt sopra i livelli del 2011. Il "450 Scenario" prevede un disaccoppiamento delle emissioni di CO2 dal Pil mondiale, ma molto resta ancora da fare per raggiungere questo obiettivo, dato che il tasso di crescita delle emissioni di CO2 nel 2011 ha superato quello del Pil mondiale".

Ma chi sono allora ad oggi i più rilevanti inquinatori?

La Cina è al primo posto, sia come valore assoluto che come valore di crescita emissiva, dato nel 2011 ha realizzato un aumento dei suoi livelli emissivi del +9,3% rispetto al 2010 (pari ad un aumento di 720 milioni di tonnellate), soprattutto a causa dell'aumento del consumo di carbone per la generazione elettrica: al secondo posto di questa "classifica della crescita" viene l'India, in cui le emissioni sono aumentate del +8,7% (pari ad un crescita di 140 Mt).

Tuttavia secondo Birol: "Nonostante questi aumenti, le emissioni procapite di CO2 in Cina e in India sono rispettivamente ancora solo il 63% e il 15% della media Ocse".....un dato che deve comunque fare riflettere.

Si noti che, sempre a proposito della Cina, Birol aggiunge: "Quel che la Cina ha fatto in un periodo così breve di tempo per migliorare l'efficienza energetica e distribuire l'energia pulita sta già pagando dividendi importanti per l'ambiente globale. L'intensità di carbonio della Cina, a quantità di CO2 emessa per unità di Pil, è diminuita del 15% tra il 2005 e il 2011. Se non fossero stati fatti questi progressi, le emissioni di CO2 della Cina nel 2011 sarebbero state superiori di 1,5 Gt". E' vero che lo sforzo cinese anche nel campo delle energie rinnovabili non è frutto del caso, quanto di una politica energetica che mira a ridurre il prima possibile la sua enorme dipendenza dagli approvvigionamenti esteri.

Nell'UE le emissioni di CO2 nel 2011 sono invece calate l'1,9% (pari a 69 Mt) a causa della recessione di alcuni Paesi comunitari, oltre che ovviamente per la diminuzione del riscaldamento per il più mite andamento climatico invernale.

Nel 2011 le emissioni di CO2 negli Usa sono diminuite del -1,7% (pari a -92 Mt) "Principalmente a causa della passaggio in corso dal carbone al gas naturale nella produzione elettrica e di un inverno eccezionalmente mite, che ha ridotto la domanda di riscaldamento degli ambienti. Le emissioni degli Stati Uniti si sono ridotte del -7,7% (pari a -430 Mt) dal 2006, la più grande riduzione di tutti i Paesi o regioni".

Le prospettive non appaiono molto buone, e questo dato conferma quanto già registrava il World Energy Outlook 2011.

Ed il riscaldamento climatico aumenta, con effetti di distruzione che ormai sono sotto gli occhi di tutti.

Lo Staff di Rete Clima®