Biodiversità Forestale: le voci delle aziende italiane nel primo Studio di Rete Clima

Biodiversità Forestale: le voci delle aziende italiane nel primo Studio di Rete Clima

Lo Studio di Rete Clima: una fotografia circa la posizione delle aziende riguardo il valore della Biodiversità Forestale e le azioni orientate alla sua tutela.

Rete Clima presenta il suo primo Studio sulla Biodiversità Forestale che offre uno sguardo dettagliato del punto di vista delle aziende italiane attraverso interviste ad un loro campione rappresentativo.

La relazione tra biodiversità ed Aziende è oggi un tema di grande attualità anche in relazione all'importante tema di rendicontazione degli impatti aziendali sul capitale naturale e sulla biodiversità che sta emergendo dalle nuove normative europee sulla rendicontazione non finanziaria delle Aziende (CSRD).

I risultati emersi offrono una serie di indicazioni chiare, evidenziando un divario tra percezione e realtà rispetto allo stato delle foreste italiane.

Creare nuove foreste come strategia per tutelare la biodiversità e contrastare il climate change è, secondo 9 aziende su 10, una strategia vincente per affrontare con approccio integrato la grande sfida climatica di questo secolo.

Il 64% delle aziende suggerisce anche la necessità di una gestione forestale più attiva rispetto a quella attuale: il 78% di esse afferma inoltre che la tutela della biodiversità aiuta a contrastare il cambiamento climatico e che, viceversa, adoperarsi per mitigare gli effetti della crisi climatica può apportare benefici alla biodiversità stessa.

Una conferma circa la necessità di adottare strategie di gestione forestale e di tutela ad ampio spettro.

biodiversità

Attraverso una survey rivolta alle aziende, ma anche tramite analisi di contesto, approfondimenti, analisi di best practice e case history, Rete Clima ha scattato un’istantanea sulla percezione delle aziende relativamente alla biodiversità, alle foreste ed all’importanza della tutela capitale naturale: questo studio pilota di Rete Clima potrà offrire spunti di riflessione e porre una base per futuri approfondimenti in merito alle metodologie utilizzate e quelle da adottare per la tutela delle foreste e della biodiversità.

“In un momento storico tanto complesso, la crisi climatica ha assegnato a cittadini, istituzioni ed aziende un ruolo decisivo nella costruzione di un futuro più sostenibile. In particolare, il modo in cui le aziende sviluppano la propria strategia ESG e le azioni collegate può rappresentare una importante occasione anche per responsabilizzare i consumatori e per collaborare con le Istituzioni”, dice Paolo Viganò, Fondatore e Presidente di Rete Clima.

Questa prima indagine ci ha permesso di comprendere il livello di consapevolezza delle aziende in merito a biodiversità, riscaldamento climatico e ruolo delle foreste. Emerge chiaramente come il climate change e la conservazione del nostro ecosistema siano temi su cui c’è ampia consapevolezza. È invece ancora molto il lavoro di sensibilizzazione in merito alle tematiche inerenti la gestione del patrimonio forestale e la sua relazione con la biodiversità che, sebbene percepita come importante, è da diffondere in maniera più efficace”.

Foresta

Lo studio mostra una percezione piuttosto disomogenea circa lo stato del patrimonio forestale nazionale: nonostante la superficie forestale in Italia sia aumentata negli ultimi 30 anni e arrivi a coprire circa il 40% della superficie nazionale, per il 32% degli intervistati è invece diminuita mentre per un 20% è invece “drasticamente diminuita".

Per quanto riguarda la gestione di questo patrimonio naturale, il 62% del campione ha risposto in maniera coesa concordando la necessità di gestire in modo attivo e sostenibile le foreste italiane.

Per quanto riguarda le foreste urbane, nello specifico, il 30% degli intervistati ne ritiene importante la conservazione, il ripristino e la tutela: il 24% ne riconosce l’importanza per la salute ambientale e per il contrasto all’inquinamento ed il 14% vede un loro ruolo importante nella tutela della biodiversità. Solamente il 2% considera gli incendi boschivi un tema di considerevole peso mentre nessuno degli intervistati ritiene che il verde urbano possa avere un valore economico.

Eppure  i servizi ecosistemici, ovvero i benefici multipli forniti dalle foreste al genere umano, su tutto il territorio nazionale hanno un valore annuale complessivo che si stima arrivi a superare i 220 miliardi di euro. Le foreste urbane aiutano infatti a ridurre l’inquinamento atmosferico e le isole di calore, aumentano il sequestro di CO2, contribuiscono a regolare il ciclo dell’acqua e a contrastare il dissesto idrogeologico, creano nuovi spazi aggregativi.

Inoltre negli ambiti urbani gli alberi possono generare un miglioramento della qualità dell’aria e della fruizione urbana, una riduzione dell’uso dei condizionatori nei mesi caldi e aumentare l’appetibilità del luogo - e quindi il valore degli immobili - anche del 20%. 

In merito alla comunicazione ambientale, lo Studio sulla Biodiversità Forestale di Rete Clima sottolinea l’urgenza di maggiori campagne di informazione e comunicazione (26%), di iniziative che stimolino la partecipazione pubblica generale (24%) e di narrazioni non tendenziose e proattive (22%) che incentivino la consapevolezza nelle aree urbane (18%) e agevolino una diversa visione del comparto forestale (6%). La survey, in ultimo, identifica i giovani (14%), i decision maker (28%) e la popolazione urbana (8%) come gruppi target cui rivolgersi.

All'interno dello Studio sono presenti anche alcune interviste realizzate ad imprese di diversi settori produttivi, che condividono prospettive e visioni rispetto al mondo forestale.

Le aziende in campo per creare nuove foreste

Lo Studio sulla Biodiversità Forestale rientra nelle attività legate a Foresta Italia, la Campagna nazionale di forestazione promossa da Rete Clima in collaborazione con i partner Coldiretti e PEFC Italia (Programme for Endorsement of Forest Certification schemes) e patrocinata dal Ministero dell’Ambiente e della Transizione Energetica e dal Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste.

ForestaItalia

La Campagna è nata nel 2022 facendo sintesi di oltre 10 anni di esperienza forestale di Rete Clima, con la mission di migliorare la progettazione e la realizzazione di progetti forestali nazionali quali vere e proprie NBS (Nature Based Solutions), capaci di migliorare qualitativamente il territorio nazionale, la connessione ecologica e la vita dei cittadini, tutelando la biodiversità e contrastando il riscaldamento climatico.

Nel primo anno di attività, Foresta Italia ha rafforzato un percorso sinergico tra pubblico e privato, realizzando gli interventi di forestazione insieme a oltre 30 aziende che hanno deciso di sostenere la Campagna nazionale, con piantagione e cura di svariate decine di migliaia di alberi lungo tutto il territorio nazionale.

Nell’ambito della Campagna si citano ad esempio l’impegno concreto per la sostenibilità ambientale di TIM SpA, la piantagione di nuovi alberi nei boschi italiani con E.ON, le attività forestali progettate con Ferrari nel comune di Maranello e nella provincia di Modena, l’iniziativa “Think Forestry” di Intesa Sanpaolo per la tutela del capitale forestale italiano, i 20.000 alberi piantati in 20 regioni su territorio nazionale da Conad nell’ambito della Campagna “Forestiamo Insieme l’Italia”, che nel 2023 si è arricchita anche della nuova e specifica progettualità delle Bio-forest, quali foreste orientate alla promozione della biodiversità.

Per approfondire sul tema e ricevere lo Studio sulla Biodiversità Forestale puoi scrivere a info@reteclima.it

  1. U.S. Forest Service citato in STRATEGIA NAZIONALE DEL VERDE URBANO, Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare
  2.  Servizi Ecosistemici analizzati in termini economici nel secondo Rapporto Capitale Naturale del MASE

Note: La survey di Rete Clima è stata condotta su un campione di 50 aziende nel periodo compreso tra aprile e luglio 2023.  Sono state realizzate anche 4 interviste rivolte ad attori appartenenti ai settori industriali protagonisti della transizione ecologica: GDO, sistema bancario, energia e tecnologia.